#2 Piattaforme digitali: vantaggi per i Comuni
Come fare per adottare le piattaforme digitali e quali sono i reali vantaggi che possono ottenere i Comuni?
Questa è la domanda con cui ci siamo lasciati nel mio post precedente… andiamo quindi nel dettaglio.
PagoPA genera risparmi nei costi di gestione dei pagamenti
PagoPA è la piattaforma nazionale per i pagamenti digitali verso la Pubblica Amministrazione. Garantisce ai cittadini un’interfaccia unica e semplice per poter effettuare pagamenti verso la PA.
Molti Enti a livello nazionale come INPS, Agenzia delle Entrate, ACI danno già la possibilità ai cittadini di pagare quanto dovuto con questo mezzo.
Cosa accade ora? I cittadini conoscono lo strumento e la conseguenza naturale è che si aspettino di avere la stessa possibilità anche con il proprio Comune per pagare i tributi, le rette per la refezione scolastica, il trasporto scolastico, ecc… sono oltre 50 i servizi che in un Comune prevedono un pagamento.
Aderire a PagoPA è obbligatorio per legge, ma non deve essere considerato come puro adempimento, deve invece essere considerato come una concreta opportunità per risparmiare. Infatti oggi il Comune per gestire i pagamenti deve sostenere costi rilevanti: per l’invio delle notifiche di pagamento, per gli incassi, per la rendicontazione e la riconciliazione, per inviare i solleciti, per la gestione del contante e per gestire le convenzioni con i Prestatori di Servizi di Pagamento.
Adottando PagoPA il Comune può ridurre fino ad azzerare i costi di notifica dei pagamenti, può ottenere la riconciliazione automatica degli incassi, incassare le somme il giorno successivo al pagamento direttamente sul conto di tesoreria, ridurre i tempi di processo interni. Una ricerca degli osservatori del Politecnico di Milano del 2018 quantifica questi risparmi. Ad esempio per un Comune fra i 10 e i 15.000 abitanti il risparmio medio per la gestione dei pagamenti relativi alla sola refezione scolastica è di oltre 11.000 euro all’anno.
Perché PagoPA porti davvero una riduzione dei costi in carico al Comune è necessario intervenire sui sistemi informativi che gestiscono i dati di pagamento dell’Ente come il sistema di gestione della contabilità e quello dei tributi e questo, per molti Comuni, è un passo difficile da fare soprattutto in relazione alle modifiche organizzative da introdurre nell’Ente e all’investimento iniziale da sostenere per partire.
La soluzione è quella di adottare soluzioni SaaS che con investimenti contenuti ampiamente coperti dai risparmi ottenuti, offrano soluzioni per la gestione del sistema informativo comunale nativamente integrati con PagoPA e che gestiscano in modo completo ed automatico tutto il processo di pagamento dall’invio dell’avviso fino alla riconciliazione automatica dei pagamenti ricevuti.
SPID per avere la certezza dell’identità del cittadino digitale
SPID è il sistema di autenticazione che può essere richiesto da tutti i cittadini e può essere utilizzato come sistema di riconoscimento per accedere a qualsiasi servizio online della Pubblica Amministrazione. Ad oggi sono più di 4000 le Amministrazioni che permettono di accedere ai propri servizi attraverso SPID.
Anche SPID è una piattaforma comune, unitaria, uguale per tutto il territorio nazionale. Oggi sono più di 5 milioni i cittadini che hanno SPID e lo utilizzano per identificarsi sui portali di Enti nazionali come INPS, Agenzia delle Entrate, ACI, INAIL, 18App, … e di molti Comuni.
Per un Comune utilizzare SPID per identificare i propri cittadini per l’erogazione di servizi online conviene per diversi motivi: si ha certezza dell’identità di un cittadino quando offre un servizio online, si possono erogare servizi personalizzati, ad esempio non si chiedono al cittadino dati già noti all’Ente ma si auto compilano e si possono mettere a disposizione del cittadino documenti e certificati che lo riguardano; non si deve creare un archivio locale di “soggetti registrati al sito” e ci si libera delle responsabilità connesse alla sicurezza e alla protezione dei dati personali (GDPR).
SPID è obbligatorio per legge (art. 64 del CAD), anche per SPID valgono le stesse considerazioni di PagoPA. SPID non deve essere considerato solo un obbligo ma un’opportunità di risparmio per il Comune: all’aumentare dell’uso dei servizi on line da parte dei cittadini e imprese diminuiscono gli oneri amministrativi a loro carico e contemporaneamente, quando i servizi on line sono collegati ai backoffice, il Comune risparmia tempo nel trattamento delle richieste.
Anche per l’adozione di SPID le soluzioni SaaS sono un acceleratore. Soluzioni SaaS che offrono integrata l’autenticazione con SPID sollevano il Comune dalle problematiche di integrazione e riducono l’entità degli investimenti iniziali.
IO.ITALIA un’unica APP per interagire con tutta la Pubblica Amministrazione
IO è l’APP prevista dall’art. 64-bis del Codice dell’Amministrazione Digitale. L’idea di base dell’APP è quella di mettere il cittadino al centro. Anziché obbligare il cittadino ad usare un’applicazione diversa per ogni Ente della Pubblica Amministrazione il cittadino usa una sola APP per tutto (il singolo cittadino oggi deve interagire con decine di Enti diversi: il proprio Comune, la Regione, la Provincia, Arpa, l’INPS, ACI, INAIL, Agenzia Entrate, la Scuola, il Ministero dei Trasporti, la motorizzazione,….).
È un’idea ambiziosa, non nuova, altri tentativi sono stati fatti in passato ma oggi le condizioni al contorno sono diverse: la maggioranza dei cittadini usa le APP per interagire con la propria banca, per prenotare viaggi e soggiorni, per pagare la spesa, il livello di digitalizzazione delle Pubbliche Amministrazioni è aumentato, esiste SPID per l’identificazione, esiste PagoPA per pagare, insomma mai come ora il contesto è favorevole ad un successo dell’iniziativa.
La APP è stata progettata come il mezzo attraverso il quale tutte le Pubbliche Amministrazioni possono mandare notifiche al cittadino, conoscendone il codice fiscale. Ad esempio si può notificare un pagamento che può essere evaso direttamente dalla APP con PagoPA, si può comunicare al cittadino che ha in scadenza la Patente o la carta di identità, si può comunicare lo stato di una pratica, notificare una ricetta medica, ecc..
Oggi la APP è in sperimentazione con un numero limitato di cittadini, nel primo trimestre del 2020 diventerà pubblica.
Per i Comuni anche IO.ITALIA è un’opportunità per interagire con i cittadini digitali via APP. È un’occasione di risparmio perché riduce i costi di comunicazione e attiva i cittadini in modo più rapido e chiaro dei mezzi tradizionali. Si pensi al caso d’uso più semplice del pagamento della retta scolastica: al cittadino sulla sua APP arriva la notifica di pagamento della retta, il cittadino può immediatamente pagare con PagoPA con la sua carta di credito e ottenere contestualmente la ricevuta il tutto in mobilità ad esempio andando al lavoro fra due fermate dell’autobus… Nessuna coda alle poste, nessuna carta, non ci si dimentica di pagare, non si perdono le ricevute. Sembra davvero un sogno.
La vera domanda anche qui è: ma per aderire a questa iniziativa i Comuni di dimensioni minori e con ridotte capacità di investimento come fanno? Anche in questo caso la soluzione sta nell’adottare soluzioni SaaS che risolvono nativamente il problema e che hanno ad esempio nel software di gestione dei tributi la notifica automatica a IO.ITALIA di tutti i pagamenti dovuti.
ANPR l’anagrafe nazionale della popolazione residente
ANPR è l’Anagrafe nazionale della popolazione residente, unica per tutti i Comuni italiani. ANPR è obbligatoria per legge (art. 62 del CAD) e porta un vantaggio al cittadino che viene riconosciuto nello stesso modo da tutte le amministrazioni pubbliche, semplifica i cambi di residenza e l’emissione di certificati. Il Comune può smettere di gestire i dati anagrafici dei cittadini in autonomia, con i propri server o archivi cartacei, e passare a un sistema centralizzato in grado di interagire con altre Pubbliche Amministrazioni e con i servizi digitali.
L’Anagrafe nazionale oggi coinvolge 38 milioni di cittadini, sono subentrati oltre 4.800 Comuni.
Come adottare quindi le piattaforme previste dal piano triennale?