Inclusione, semplificazione, dati: tre pilastri per realizzare questa straordinaria trasformazione
A fine 2021, parlando all’assemblea dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, Mario Draghi ha esortato i sindaci: “Il successo del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) è nelle vostre mani, come nelle nostre”.
Una sfida da vincere insieme che richiede una collaborazione strettissima perché la riforma della PA è, per definizione, una riforma orizzontale. Si tratta, infatti, di una iniziativa necessariamente trasversale, che abbraccia e pervade tutte le sei missioni previste dal PNRR, perché questa riforma ha a che vedere con tre elementi propedeutici alla costruzione di un altro futuro per il nostro Paese: la digitalizzazione, l’inclusione e la sostenibilità. Tutti e tre sono catalizzatori di obiettivi ancora più grandi: incidere positivamente sul clima economico e culturale del Paese.
Come fare per rimanere focalizzati su questa nostra strategia di crescita e, al tempo stesso, per offrire alle PA tutti gli strumenti per cogliere le opportunità del PNRR qui e ora?
Combinare ideale e concretezza è il nostro modo di realizzare questa trasformazione, una evoluzione straordinaria che richiede, sia per l’entità delle risorse in gioco sia per l’entità delle possibili ricadute positive sulla nostra società, uno sforzo consapevolmente straordinario.
1. Costruire inclusione: aiutare i comuni a cogliere le opportunità
La parola inclusione associata ai servizi pubblici fa immediatamente – e giustamente – pensare all’ inclusione di tutti i cittadini. Ma non può esserci inclusione dei cittadini se, a monte, non c’è inclusione di tutti i comuni.
Partecipare agli avvisi del PNRR è, per molti piccoli e medi comuni, una attività complessa. Occorre produrre dati, informazioni, e occorre dimostrare di saper misurare i risultati; il tutto nei tempi prestabiliti.
In tale contesto, anche il fattore tempo gioca un ruolo cruciale: molti avvisi sono già stati pubblicati e hanno scadenze ravvicinate.
I finanziamenti del PNRR sono il tassello fondamentale del processo che permetterà, finalmente, a tutte le amministrazioni locali di realizzare la trasformazione digitale. I comuni potranno adeguarsi agli obblighi previsti dal Codice Amministrazione Digitale (CAD) e attuare la strategia prevista dal Piano Triennale per l’Informatica: realizzare servizi pubblici digitali evoluti dedicati a cittadini e imprese, sicuri, semplici, erogati in cloud, interconnessi con i back-office e con le infrastrutture nazionali pagoPA, SPID, CIE, App IO e notifiche digitali.
I finanziamenti del PNRR sono un’occasione unica – e forse irripetibile – per gli enti locali per far diventare realtà un buon proposito di cui si è sentito molto parlare, ovunque: “non bisogna digitalizzare i vecchi processi ma occorre ripensare i processi in digitale per aumentare l’efficienza e per semplificare i servizi”. È arrivato il momento: non trasferiamo sul cloud i vecchi software e i vecchi processi: significherebbe rinunciare all’occasione di ammodernare il comune e di dare una risposta concreta alla richiesta di servizi digitali da parte dei cittadini. Questo è il momento, anche per i comuni più piccoli, di passare a software creati per una gestione nativamente digitale dell’ente e del rapporto con i cittadini.
2. Diffondere semplificazione: cittadini digitali e servizi end-to-end
La percezione del cambiamento alimenta nuovo cambiamento. La strada per accelerare la transizione digitale della PA è collegata alla capacità di innescare finalmente una epocale evoluzione nella vita dei cittadini. Diventare una PA che semplifica, invece di complicare.
Tale evoluzione non è effetto della trasformazione delle infrastrutture – come accade, per esempio, nel caso del Polo Strategico Nazionale (PSN) – ma è invece effetto di nuovi e più efficienti servizi che le Amministrazioni attivano in modo veloce grazie al principio guida del “once only”.
“Once Only” significa che le PA richiedono ai cittadini le informazioni di cui hanno bisogno per identificarli una volta sola ed è applicabile in forza della capacità di rendere interoperabili i sistemi e l’analisi dei dati. La questione non è raccogliere i dati. La questione è far fluire i dati in tutte le PA del Paese, da Nord a Sud, e senza necessità di tradurne i formati.
Si scardina così la logica a silos che finora ha caratterizzato la gestione delle informazioni da parte della PA, per abbracciare una logica di processo: è il dato a spostarsi, non il cittadino a cui deve arrivare il servizio. Così la Pubblica Amministrazione Locale semplifica la vita al cittadino e si fa sempre più vicina alle sue concrete esigenze, diventando fulcro strategico di questo cambiamento.
3. Governare i dati: la conoscenza di persone e territori
Dagli Enti Centrali, agli Enti Locali, alle Aziende ex-municipalizzate e del comparto Utility: il mercato è enorme e ciascuno di questi operatori deve fare i conti con una regolamentazione e una burocrazia ipertrofica. La tecnologia, in tale contesto, è il fattore con cui accogliere e dipanare la complessità, proprio come si fa con una matassa ingarbugliata.
L’elemento cruciale che consente la vera semplificazione dei servizi pubblici è la capacità di governare efficacemente i dati: ovvero la possibilità di accedere solo alle informazioni necessarie, in quel preciso istante e in quel determinato luogo.
E, soprattutto, che quelle informazioni siano aggiornate e certificate, e che identifichino in modo inconfutabile il cittadino o l’azienda in questione.
Fare tutto questo è possibile se si ha una grande competenza non soltanto tecnologica ma, anche, di processo e della specificità dell’ambito funzionale in cui si muovono gli Enti. Insieme a questa caratteristica, occorre operare affinché sia solo la singola informazione di interesse a superare i vari step amministrativi, fino ad arrivare a offrire al cittadino il servizio finale. È il dato a muoversi, non il cittadino a doversi occupare di far le verifiche, mettersi in coda o apporre la firma di persona.
Il PNRR è la grande occasione di realizzare su larga scala questo tipo di cambiamento, una fucina di risorse con cui le tante banche dati strategiche e di riferimento, insieme alle piattaforme nazionali, diventano la base traversale su cui far confluire i moltissimi ecosistemi verticali che afferiscono ai vari bacini di utenza.
Una buona digitalizzazione mette in condizione l’Ente, anche quello più piccolo, di prefigurare l’impatto delle infrastrutture su un territorio, velocizzando i processi decisionali. E le infrastrutture della rete elettrica, della rete idrica o delle reti di telecomunicazioni e del sistema viario, hanno un impatto importante dal punto di vista ambientale, attraversando i territori di più comuni o province.
Lavorare insieme per un nuovo futuro: le competenze per realizzare il PNRR
Perchè Dedagroup?
Perché tale cambiamento l’abbiamo già realizzato in passato lavorando con 800 Comuni in tutta Italia e oggi, grazie alla grandissima accelerazione offerta dal PNRR, vogliamo far sì che questo cambiamento realizzato diventi anche pervasivo, esteso, diffuso, in tutta Italia.
Per cogliere tutte le opportunità del PNRR la Pubblica Amministrazione tutta e, in particolare, quella locale che – per essenza e vocazione – è al lavoro per costruire servizi migliori, deve aver accanto una azienda che sappia mettere insieme tecnologia e normativa, che abbia una profonda e vasta conoscenza del funzionamento degli Enti Locali e del contesto in cui questi operano.
Al tempo stesso, questa nostra conoscenza è cruciale perché non riguarda soltanto Enti di una certa dimensione ma è, invece, trasversale: abbiamo esperienze con comuni piccoli, medi o grandi e in tutta Italia.
La missione 1 componente 1 del PNRR, che riguarda la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, è per noi chiara e con un percorso netto, senza dubbi di sorta: esistono già un piano, una regia concreta e strumenti di accompagnamento come padigitale2026. Nessun comune potrà rimanere indietro perché basta aderire ai progetti standard definiti a livello centrale. La riuscita del progetto sarà valutata sui risultati e non come accadeva in passato sulla rendicontazione delle somme spese. E noi siamo qui per agevolare con estrema concretezza questo percorso.
Un percorso appassionante perché fatto, anche, di quei comuni piccoli che, nonostante la dimensione, si fanno vere e proprie frontiere di innovazione: sono loro che rispondono direttamente alle esigenze dei cittadini e sono, dunque, loro spesso all’avanguardia nella concezione dei nuovi servizi.
Al tassello della capacità di interpretare e risolvere le esigenze del comune piccolo in un’area interna come quello di una grande città, in Deda Next aggiungiamo anche la grande expertise maturata nella geolocalizzazione dei dati, con cui oggi possiamo guidare gli Enti nella pianificazione ottimale delle infrastrutture e delle opere. Una grande conoscenza del territorio che agevola e sostiene le missioni chiave del PNRR: la mobilità sostenibile e la transizione ecologica.
Il nostro essere al servizio delle esigenze degli Enti Locali è, anche, frutto di un grande investimento pionieristico nel SaaS, un elemento che è oggi al centro del PNRR e che, a nostro avviso, ne rappresenta la vera chiave di volta per innovare davvero i servizi offerti dai Comuni: già nel 2018 CiviliaNext, la nostra soluzione per le Amministrazioni Locali, ha ottenuto per prima in Italia la qualificazione SaaS di AgID.
Ci abbiamo creduto allora, e ci crediamo oggi ancora di più: la vita dei cittadini cambia se cambiano i servizi end-to-end, e non soltanto se si digitalizza l’infrastruttura. Per noi il vero segreto sta proprio nel SaaS.
Deda Next accompagna la PA a cogliere in modo inclusivo – dai piccoli ai grandi comuni, fino a regioni e PA centrale – tutte le opportunità di nuove risorse economiche offerte dal PNRR.
Lavoriamo per supportare gli enti in tutto il percorso, per dare esecuzione alle agende politiche di sindaci e decisori pubblici, così come per disegnare le città del futuro e la futura cittadinanza digitale del nostro Paese.